Nel freezer oggi c’è un anello.
In corsivo c’è l’Ombra, non è sempre detto che appaia.
SottoZero scongela ricordi per metterli in scena.
Sono tristissimo.
Così mi alzo dal divano e vado in cucina. Non sono mai stato così triste. Neanche accendo la luce che tanto non servirebbe. Sono a un livello così profondo di tristezza che le bottiglie di rum le guardo soltanto come se fossero già vuote.
Serve di peggio.
Apro una credenza e ci sono solo piatti e tovaglie, apro quella accanto e c’è la pasta e qualche grissino.
Apro il frigorifero e sposto le verdure e il latte e le uova e qualche contenitore con dentro avanzi di ieri.
Vicino alle salse, quelle che spremi con forza sulla carne come ketchup, maionese, barbecue, senape, c’è una bustina verde acido con tutti puntini colorati chiusa da una minuscola molletta con un cuore.
Le M'&M’s. Non quelle classiche con la confezione gialla e le noccioline glassate al cioccolato dentro, ma la confezione verde acido contiene una versione più piccola di calibro di solo cioccolato c’è scritto. Accanto, sempre nascoste dietro le salse, ce ne sono altre due.
Sono la versione grande, le avevo comprate in un negozio di dolci per mia figlia credendo fossero quelle classiche.
Le prendo in mano, la carta è fredda e mi chiedo perché siano finite in frigo poi mi ricordo le avevo nascoste per non fargliene mangiare troppe e giro la bustina e leggo gli ingredienti: Zucchero. Poi il resto.
Sono circa duecento grammi per confezione, ne ho quasi un chilo.
Sono così triste che immagino il colore della mia pelle uguale a quello della confezione verde acido delle M'&M’s. E mi viene fame di ogni singolo bottoncino colorato. Guardo le scatole le prendo e mi siedo sullo sgabello.
Gialla, la mangio. Blu, la mangio. Verde, la mangio. Verde, la mangio. Blu, la mangio. Rossa, la mangio. Poi verde, blu, rossa e gialla insieme, poi verde verde, rossa rossa, blu, verde, blu, verde e la mano si riempie. Le dita mi si appiccicano tra di loro e gratto il fondo della confezione, ne tiro su un’ultima celeste e prendo fiato.
Mi aumentano i battiti tanto da farsi sentire nel petto e mi sento un po’ la testa che gira. Torno in cucina e prendo la seconda confezione verde acido. La cucina sembra in penombra, una lanugine la rende opaca così esco veloce e torno in salone e mi siedo, apro il pacchetto e prendo una manciata di colori che non mi sembra sufficiente e rificco la mano dentro. Gonfia da far cadere alcune perline a terra mi riempio la bocca che quasi non respiro; mastico piano, la crosta dura colorata e zuccherosa scricchiola e cede, si schiude un lontano aroma di cacao ma lo zucchero mi asciuga le gengive e mi prudono le radici dei denti. Mastico e un pezzo di poltiglia alla volta mando giù. In due manciate la seconda bustina è vuota.
Provo a respirare ma ho un affanno, va un po’ tutto male e i denti mi pulsano, quelli del giudizio, dietro, che ho belli in vista se apro la bocca ricoperti di colore, scottano; la tristezza la devi affogare, coprire, ingozzare e infatti mi sembra se ne sia andata e mi viene da ridere, ho gli occhi gonfi e il battito del cuore ancora più accelerato.
Torno in cucina che vedo male, chissà come va a finire, è tutto scuro e il cuore spinge e non sono triste ma forse ho un po’ di ansia, solo un po’ di ansia e apro di nuovo il frigo.
Prendo un’altra confezione di M&M’s, la scarto e mi siedo al buio in cucina e le mani sono di nuovo piene di perline colorate e la bocca pure e mastico.
È mai morto qualcuno per colpa di un’overdose di zucchero?
Ingoio e ho un conato, ma riesco a trattenermi e ormai il cuore è decisamente andato e sento gli occhi uscirmi dalle orbite, la pressione, la bocca asciutta, le gengive prudono. Spingo la schiena sui mobili dietro di me e mi accorgo di avere la maglietta umida di sudore. Altra manciata di colore.
L’occhio destro mi vibra, la pelle del viso tira e il respiro si chiude come se un elastico stringesse la trachea, mi sdraio con le mani al collo mentre le pupille salgono su e non mi permettono di vedere più nulla, come se gli occhi si stessero rivoltando contro le mie intenzioni. A fatica ingoio altri bottoncini.
Il battito rallenta di botto, quasi sparisce e ho bisogno di respirare di un po’ di aria ma penso che ormai non c’è più tempo o spazio ma non sono per niente triste, per nulla triste, no, non più e questo mi darebbe un sollievo se non fosse che sta andando tutto a rotoli e non è che voglio proprio questo.
Allora, succede che mi metto due dita in gola ma non accade nulla finché muovendole un po’ riesco a stimolare un conato. Poi due, alla fine esce fuori un getto che sale dalla gola color arcobaleno. Ha le striature brillanti dell’arcobaleno, sgargianti, e sta uscendo dalla mia bocca; uno scivolo di colore che risplende e finalmente è davanti a me. Prende la forma della mia stessa sagoma, la stessa postura, solo che è completamente nera, finalmente fuori di me, dritta in piedi su un arcobaleno.
Ce l’hai fatta. Dice.
A fare che? Dico.
Ad accettarmi del tutto per darmi una vera e propria forma, ma lo sapevi fossi uguale a te. Dice.
Non sei solo nel mio immaginario vero? Dice.
Toccami. Dice.
Mi alzo e mi avvicino, il malessere sembra passato, il suo nero vibra, metto un dito che scopre una chiazza di colore all’altezza del petto.
Esisti. Dico.
Esisto sì, tu ci metti la faccia, io le intenzioni. Dice.
Che vuoi dire. Dico.
Che ho qualcosa per te. La tristezza non devi affogarla, devi trasformarla. Dice.
Si infila un braccio dentro il corpo, tira fuori qualcosa e mi piazza la mano con il pugno nero e chiuso sotto al naso, la gira.
Che è? Dico.
Guarda. Dice.
Un anello brilla di oro bianco con piccoli diamanti che riflettono la luce, sul palmo dell’ombra il nero si dirada per lasciare spazio ai colori.
È bellissimo. Dico.
Tutto quello che brilla viene dall’ombra. Ora, vai dillà, dai chiedile di sposarti, dille che l’ami dille che tra la gente è lei che scegli ogni giorno e non sei molto bravo perché vieni pure tu da dove vengo io, ma vuoi brillare con lei. Vedi di farlo subito. Per me è tutto, ora sta a te. Dice.
L’arcobaleno svanisce in una nebbiolina, l’ombra fluttua verso di me e d’istinto apro la bocca e la ingoio, mi solletica la trachea, i polmoni, fino a creare un vortice intorno al cuore come un soffio.
Guardo l’anello. La vita mi sorride e io sorrido e vado da lei, è arrivato il momento di non soffocare più niente.
Un po’ di cose sulla dolcezza
Cosa succede se mangi troppo zucchero tutto insieme? Link Qui.
Cosa succede se elimini del tutto lo zucchero? Link Qui.
Tristezza e zucchero. Link Qui.
Oh, esiste la gamofobia e non l’avevo mai sentita. Link Qui.
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La copertina è del super iper LUIGI ANNIBALDI!
♥️
Accettando l'ombra si trova la luce.❤️👏