Un diamante
Sull'addio
Questa volta in scena c’è l’addio, ed è un diamante. Tu lo sai dire addio?
Ho succhiato ogni goccia del tuo sangue con i baci e sento l’odore del tuo fiato che sa di vaniglia ed è disumano doverti dire addio.
Devo andarmene, ma ti lecco la pancia mentre piangi lacrime che ti affogano il viso.
Quando piangi, il mondo si asciuga. Dico.
Sono sempre bella? Dici.
Hai una tormenta sulla pelle, ma sì, lo sei. Dico.
Scendo dal letto e mi sdraio per terra.
Non era andata così Andrea, ricordati bene.
Sparisci! Smettila. Penso.
Non posso più sparire. Davanti a quel bivio, tanti anni fa, mi hai liberata e qui resto.
Non ti sei sdraiato. Hai rotto tutte le collane e tutto quello che era sul suo comodino e sei diventato piccolino, invece di staccarti da lei e di fare l’uomo le hai detto ti amerò per sempre.
Ti amerò per sempre. Dico.
Sistemerai tutto? Dice.
Certo. Dico.
Ecco, bravo. Scrivere bene significa dire la verità. Fallito che non sei altro, devi dire la verità.
Ti ho comprato un diamante. Guarda. Dico.
Hai negli occhi la paura di chi sa che non sono sufficienti notti di lacrime per riempire il deserto del mio cuore.
Andrea, ma davvero? Non le hai mai comprato nessun diamante, nessun anello, niente.
Guarda. Dico.
Apro la mano.
Mi guardi. Poi mi guardi negli occhi. Le lacrime nei tuoi ora sono un piccolo fiume e ti bagnano il petto e quelle più gonfie scivolano dal collo al tuo seno nudo.
Non hai niente in mano. Dici.
Ma come? Dico.
C’è una collanina rotta, ma non la vedi? Perché mi torturi Andrea? Dici.
Guardo la mano.
Ve lo spiego io. Alcune persone vorrebbero che le cose fossero andate nella loro vita in un modo preciso. Falsare la memoria è necessario per auto assolversi.
Shh. Zitta Ombra o ti strappo dal corpo e ti lascio fluttuare nel nulla. Penso.
Io ti servo, Andrea. Senza di me non sei nulla, sei un riflesso.
Il palmo aperto verso il soffitto, ti asciughi le lacrime con la coperta bianca che si inzuppa e io lo so che ti sto dicendo addio dentro la mia mente ma non voglio ferirti, non voglio che mi odi ma io voglio andarmene, devo andarmene.
Non era proprio così, Andrea.
Così fai quel movimento, quello che dà colore a noi due, ti muovi i capelli e chiudi le spalle e mi chiudi il palmo della mano.
Io in te non cerco il surrogato di quello che mi è mancato. Dici.
Io in te sì. Dico.
Non è vero, non l’hai detto, hai detto l’esatto contrario. Dovevi dirle addio e invece no, l’hai tirata per le lunghe all’infinito come ogni volta perché sei un vigliacco.
Io neanche. Sei la mia metà. Dico.
Ci riuscirai. Dici.
A fare che? Dico.
A trovarti, Andrea. Dici.
Stringi tra le braccia il seno e mi guardi.
Vieni qui. Dici.
Devo andare. Dico.
Vieni qui. Dici.
Mi avvicino, hai il seno più bello che abbia mai visto.
È bagnato dalle tue lacrime e io so che non ti rivedrò mai più, ma tu non lo sai ancora.
Giro il viso e ti bacio sulla pelle esterna del collo e scivolo e trovo il tuo seno e la tua pelle è di sabbia calda, sfioro la parte rosea e sento caldo, bagnato, e scorre del latte tra le mie labbra e succhio affamato.
Hai visto? Dici.
Hai il volto di mia madre e io sento di avere non più di un anno e non ho intenzione di staccarmi da te.
Questo già è più credibile. Funzionano così gli uomini come te: riparano sostituendo. Tu lo fai da tutta la vita. Eppure alle donne cui hai detto ti amo io ho sussurrato quello di cui sei capace, ma nessuna di loro mi ha mai dato ascolto. È che tu riesci così bene con loro, Andrea. Persino io che sono la tua Ombra, lo ammetto, ti ho invidiato.
Ti sbagli. Io ci provo, ci sto provando e ce la metto tutta e tu sei solo un’Ombra che non può comprendere tutto. Penso.
La verità è un diamante Andrea, è preziosa. Non deve riflettere nulla, la luce deve attraversarla e spargersi ovunque, invece tu cerchi solo il tuo riflesso.
Apro gli occhi. Apro una mano. Ho davvero un diamante e tu ti stai prosciugando, lo vedo dalla pelle raggrinzita. La tua carne è solcata da piaghe, come svuotata della polpa.
Io ho disegnato per te ciò che desideravi io fossi, tu hai solo ricalcato Andrea, solo questo sai fare, disegnare i bordi senza sostanza. E morirai di questo. Dici.
No, ti sbagli. Dico.
Sposti la testa indietro, lo vedo dai capelli che oscillano e ne leggo chiaro lo stupore.
Mi attacco di nuovo al tuo seno e succhio cosi forte che tu cerchi di staccarti per via del dolore ma è una resistenza finta e resti lì a nutrirmi mentre la pelle ti si secca del tutto e si asciuga come se avessi cento anni e il volto si prosciuga e sei come una pianta che inaridisce senza più liquidi mentre io sono grande, sono enorme.
Sono così forte adesso. Dico.
Sento piangere.
Sono io o sei tu a piangere? Dico.
Tu non hai mai pianto per una donna.
Non piangere. Dico.
Dimmi che faremo di nuovo l’amore. Dici.
Sento il tuo respiro farsi d’aria e rallentare. Sei sottile come un lenzuolo d’amore e di latte e sei l’ombra disidratata di te stessa e io sono sazio e mi allontano.
Il diamante scivola a terra, riflette l’immagine di un bambino con una madre pressati all’interno su tutti i suoi lati.
Addio. Dico.
Tu non rispondi, non hai più forze e io me ne vado per non tornare più.
Finalmente l’hai detto. Impara a farlo senza dover succhiare l’anima di ogni donna che ti capita per non sentirti vuoto. Saresti bello davvero.
Ma ricordati, Andrea, sono io la parte migliore di te.
Chiudo il computer.
Questo lo vedremo. Penso.
Qui puoi condividere dove vuoi o con chi vuoi questo ricordo sul non saper dire addio.
Tu lo sai dire addio?
Il sondaggio, che al massimo finirà tra i miei appunti, è pura curiosità. Se ti va, vota.
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Qualche cosa sull’addio
Oggi esiste il Ghosting, ossia sparire di punto in bianco per uscire da una relazione.
Poesia meravigliosa di Umberto Saba:
Senz’addii m’hai lasciato e senza pianti;
devo di ciò accorarmi?
Tu non piangevi perchè avevi tanti,
tanti baci da darmi.
Durano sì certe amorose intese
quanto una vita e più.
Io so un amore che ha durato un mese,
e vero amore fu.Esiste una matematica dell’addio, studiata!
Come non lasciare questo addio musicale di James Blunt?
La copertina del SuperDiamante è di quell’amico mio fraterno Luigi Annibaldi.




... E dopo il tuo emozionante testo bellissimo l'accostamento con la forza struggente della poesia di Saba e della musica di Blunt.❤️
♥️